FERRARA: Double Side – 1 novembre 2022

By La Redazione|7 Novembre 2022|Senza categoria|0 comments

Festival di Danza Contemporanea 22

Teatro Comunale di Ferrara

Double Side

Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto

 

 

 Teatro Comunale di Ferrara, 1 novembre 2022


Penultimo appuntamento del festival di danza contemporanea al Teatro Comunale di Ferrara, Double Side è in realtà un doppio spettacolo della durata complessiva di un’ora e mezza comprensiva di una mezz’ora di intervallo tra le due esibizioni.

STABAT MATER

Il sipario si apre in prima battuta con lo Stabat Mater del compositore estone Arvo Pärt che, come da partitura, viene musicato da tre strumenti: violino (Agnese Rava), viola (Dario Carrera) e violoncello (Margherita Curti). Sempre nel rispetto della composizione originale le voci sul palco sono state tre, tra le quali spicca quella sopranile di Rui Hoshina che, all’ultimo minuto, ha sostituito la scritturata Theodora Io Koutsothodoru. Ad accompagnare la splendida voce della cantante giapponese e a concludere il trio abbiamo il controtenore Niccolò Balducci e il tenore Kim Bowoo.

Lo stabat mater è una preghiera del XIII secolo attribuita a Jacopone da Todi. Un testo in latino dunque di origine medievale che nei secoli ha visto una certa varietà di composizioni finalizzate ad un accompagnamento musicale. Oggetto della preghiera è il dolore di Maria durante la crocifissione e la Passione di Cristo. Non stupisce quindi la scelta compositiva di tre archi e tre voci: un forte rimando all’utilizzo di numeri fortemente simbolici per il cristianesimo. A completamento del tipico quadrato del numero tre, lo Stabat Mater di Arvo Pärt viene eseguito come sfondo per i tre danzatori della Compagnia Aterballetto: Matteo Fiorani, Arianna Kob e Federica Lamonaca.

L’atmosfera sacrale della messa medievale viene in parte rigettata preferendo a una celebrazione atta alla remissione degli astanti/spettatori la loro catarsi nel dolore di Maria e nel sacrificio del messia; una catarsi resa possibile proprio dalla sperimentale implementazione della danza e del suo linguaggio universale.

Unica nota dolente di questo spettacolo è la coreografia di Norge Cedeño Raffo (anche curatore dei costumi insieme a Fabiana Piccioli la quale a sua volta si è occupata del set e delle luci) che, seppur magistralmente eseguita da ottimi ballerini, si trova talvolta in disarmonia con la musica.

WITH DROOPING WING

Dopo una mezz’ora di intervallo e allestimento il sipario si riapre con “With drooping wings”. Il titolo riprende il coro finale del “Dido and Aeneas”; opera scritta dal compositore Henry Purcell e rappresentata per la prima volta in occasione dell’incoronazione di William III d’Orange e Mary II Stuart. Proprio dal repertorio di Purcel vengono estratte e rivisitate delle parti da Federico Gon (raccolte nella “An English Suite”). Danièle Desnoyers, con la scelta della musica barocca del “Didone ed Enea” passa attraverso tre fasi di sconvolgimento storico e sociale: la fuga di Enea da una Troia ormai caduta e il suo viaggio che lo condurrà in terra latina, l’epoca augustea, in cui vive il suo cantore Virgilio, di inaugurazione del principato romano e gli anni di rinnovamento politico e dinastico inglese.

Danièle Desnoyer porta quindi questo pesante bagaglio storico e culturale nel contesto attuale di una società piena di contraddizioni. La danza inizia infatti in maniera caotica e frenetica: uomini e donne che corrono in circolo apparentemente senza meta e altri che tentano disperatamente di tenere il passo. La coreografia si fa però sempre armonica e al contempo vivace verso il finale prefigurando così il ristabilimento dell’ordine.

“With drooping wings”, pur senza l’ausilio scenografico e testuale, offre in definitiva una serie di spunti di riflessione sul mondo in cui viviamo attraverso un’ottima prestazione dei ballerini della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto ampiamenti ripagati dagli applausi di un pubblico entusiasta.

L’impronta estroversa, racchiusa nelle cangianti musiche di Henry Purcell, sgorga dalla danza di Danièle Desnoyers con With drooping wings. Tra lei e la musica c’è sempre una forte relazione, quasi una profonda amicizia: il gesto non viene travolto dalle famose partiture barocche, ma cerca di creare interessanti sintonie e disarmonie con gli archi presenti sulla scena. “With drooping wings prende in prestito il titolo dal coro finale del Dido and Aeneas di Purcell” spiega la coreografa, originaria da Montréal, la metropoli della danza moderna canadese, dove il suo stile leggero e fluido e la sua compagnia sono un punto fisso della scena contemporanea.

“Le ali spezzate – continua – sono quelle di una frangia della società che si confronta con molteplici incongruenze. Siamo nel mezzo di molti sconvolgimenti sociali. La creazione entra inevitabilmente in risonanza con queste agitazioni. Ma questi mi danno anche un rapporto con la bellezza che attraverserà tutte le mie scelte. Evocare la bellezza altrove che nelle forme, ma piuttosto nell’incarnazione della resistenza. L’opera è attraversata da una vitalità prodigiosa, proprio come la musica di Purcell”. Anche nel suo lavoro, i musicisti condividono lo spazio con i danzatori in scena.

Matteo Cucchi

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