PALERMO: Teatro Massimo – Preljocaj Kor’sia

By La Redazione|31 Marzo 2019|Senza categoria|0 comments

Annonciation

Choreographer and scene designer Angelin Preljocaj
Music by Stéphane Roy e Antonio Vivaldi
Costume designs Nathalie Sanson 
Light designs Jacques Chatelet
Choreography  Claudia De Smet

Dancers
Maria Annamaria Margozzi
L’angelo Francesca Bellone

Ballet Preljocaj

Choreography awarded at the Bessie Award 1997 at the XIII edition of the New York Dance & Performance Award

Siciliana (new project)

Concept Mattia Russo e Antonio de Rosa
Choreographers Kor’sia / Mattia Russo e Antonio de Rosa
Drammaturgia Giuseppe Dagostino
Music by Arvo Pärt, Franz von Suppé, Pëtr Il’ič Čajkovskij and Johann Sebastian Bach

Conducto Tommaso Ussardi
Scene designs Christian Lanni
Costume designs Adrian Bernal
Light designer Salvatore Spataro
Scene assistant Andrea Fiduccia

A Teatro Massimo production
Nuovo allestimento del Teatro Massimo

Teatro Massimo Ballet, Orchestra and Chorus
Master of Chorus Piero Monti
Maître de ballet e assistente alle coreografie Andrei Fedotov

Preljocai e Kor’sia: la scommessa del balletto al teatro Massimo di Palermo. Due testi di danza per intenditori, che mettono d’accordo la platea palermitana. Da un lato un coreografo di razza, Angelin Preljocaj, francese di nascita ed albanese di origine, il maestro e fondatore del Ballet Preljocaj ad Aix en Provence, un pilastro della danza contemporanea mondiale. Dall’altro un gruppo di coreografi giovani (Mattia Russo e Antonio Di Rosa, nati come Kor’sia nel 2015 a Madrid). Due racconti distanti: per narratività, stile, musiche, che però si guadagnano, in egual misura, gli applausi a scena aperta del pubblico. Annonciation è una coreografia storica di Preljocaj, è il racconto del fantomatico 25 marzo in cui l’arcangelo Gabriele annunciò la nascità del Messia a una vergine di Nazareth. Le musiche sono di Antonio Vivaldi e Stephane Roy, le due protagoniste sono due ballerine del corpo di ballo del teatro Massimo di Palermo: Marianna Mergozzi (Maria) e Francesca Bellone (l’angelo). Interpretano con struggimento una coreografia complessa, fatta di estrema carnalità, echi di teatro danza e una notevole dominanza del corpo. Le musiche si alternano a una serie di suoni campionati, che procedono a ritmo con gli effetti di luce sul palco (un lavoro sapiente, quello svolto dai tecnici di luci e suoni del teatro d’opera palermitano). Annonciation non è un balletto di facile comprensione. Ha un’emotività costante, una narrazione musicale complessa, talvolta difficile da seguire, notevoli pause, che intercalano effetti di senso importanti al fine della resa testuale del balletto.

ph © rosellina garbo 2019

Le due danzatrici riescono però a catturare a pieno l’attenzione del pubblico, facendosi apprezzare anche nella loro maniera di interpretare un’inedità ostilità tra le figure dell’Angelo e di Maria, simbolicamente rappresentati, nella maggior parte delle narrazioni, come un ensemble mistico, tenero, fedelmente amico. In Annociation, invece, le due figure sono più volte in contrapposizione, finendo nella vera e propria lotta fisica. Seppur a tratti è potuto sfuggire il racconto danzante, il pubblico ha sanzionato la fine dei quasi 60 minuti di esibizione con applausi e applausi. Annonciation di Preljocaj è da più di vent’anni una garanzia e lo è stata anche in Sicilia.

ph © rosellina garbo 2019

Il secondo tempo si intitola invece Siciliana, una coreografia di Kor’sia con ballerini e professori di orchestra del teatro Massimo di Palermo e musiche di Arvo Pärt, Franz von Suppé, Pëtr Il’ič Čajkovskij and Johann Sebastian Bach. Nessun titolo poteva calzare a pennello a questo balletto quanto”Siciliana”. In esso l’incarnazione di molte caratteristiche della Sicilia, di Palermo in particolare: la femminilità, il mistero, i travasi tra il mondo reale e quello fantastico, animato da sogni, visioni, fantasmi. L’inizio è con un espediente da meta teatro. Entrano in platea un gruppo di turisti, accompagnati da una guida. La location è l’oratorio di San Lorenzo (che esiste realmente a Palermo) e dove un tempo era custodito un dipinto di Caravaggio, trafugato nottetempo. La guida (debitamente doppiata da un fedelissimo sonoro) descrive gli stucchi del Serpotta, incoraggia gli astanti a farsi avanti e spiega del furto, di quel tesoro mai ritrovato. Invita quindi i visitatori all’uscita perché è sera tarda e l’oratorio deve chiudere. Da lì parte il crescendo musicale. Tra gli stucchi umidi dell’oratorio di San Lorenzo inizia la vita. Statue di santi, cherubini, alti prelati e monache prendono vita, in un dialogo ritmico e fisico del tutto avvincente. L’orchestra fa il resto, scandendo la vis musicale del testo portato in scena. La scelta delle luci è un elemento fondamentale, che garantisce suspence e, pur nei momenti farseschi (in cui l’ensemble di santi e angioletti sfila con vassoio di cannoli in mano e poi si lancia, con arditi salti, oltre la scena) dà al pubblico la consapevolezza di una narrazione in un’altra realtà. Palermo, le sue antiche chiese e i tanti oratori, disseminati per la città, ben si prestano a leggende di fantasmi, vite altre e vite reali, che a queste si intrecciano.

ph © rosellina garbo 2019

Rappresentato anche il momento del furto del Caravaggio, con tanto di dolore e struggimento degli “abitanti” dell’oratorio. Su tutti un’immaginifica monachella, dalla veste bianca di stucco, ma con un velo cardinalizio. È un personaggio clou del balletto: espressivo, dinamico ed inquietante. Un balletto che rilegge la sicilianità da un punto di vista ai più sconosciuto, ma sicuramente fedele. Perché la Sicilia è sì sole, luce e colori accesi, ma anche chiaroscuri, misteri e inspiegabili presenze. Plauso alle maestranze del teatro per i costumi e le scene, fiore all’occhiello della messa in scena.

Maristella Panepinto

Share this Post:

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>
*
*